Dead Reckoning

Dead

Dead Reckoning è un tipo di calcolo utilizzato nella pianificazione del volo basato sulla conoscenza della velocità del vento e della direzione di prua. Le correzioni sono fatte in base alle eventuali variazioni di queste due variabili così da ottenere una track ed una velocità di spostamento rispetto al suolo (Ground Speed) il più possibile accurata e precisa. La parola dead naturalmente non ha niente a che vedere con la cessazione delle funzioni biologiche, ma deriva da deduction (deduzione). E’ un procedimento senz’altro affidabile, anche se eventuali imprecisioni sono inevitabili, soprattutto sorvolando luoghi come grandi specchi d’acqua, o zone desertiche dove non ci sono riferimenti visivi e i VOR sono pochi e spesso il loro segnale è scadente o addirittura assente.
Charles Lindberg attraversò l’Atlantico usando questo procedimento, prestando particolare attenzione all’azione del vento sulle onde per determinare a intervalli regolari la velocità e la direzione del vento e il fatto che riuscì ad arrivare a destinazione come previsto testimonia l’efficacia di questo tipo di pianificazione.

Sorvolando il Delta del Po con il D-EPRT.

Sani e salvi!

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flyingflorence

Orientati

La vista del terreno dall’ aereo può essere allo stesso tempo eccitante e inquietante: osservi il paesaggio da una nuova prospettiva, ma allo stesso tempo entri in ambienti sconosciuti. Molti riescono agevolmente a orientarsi a terra, attraverso la posizione del sole, ma in aria non ci sono strade o segnali, e non puoi fermarti per chiedere informazioni, eccetto, naturalmente per radio o atterrando. Se è permesso, puoi navigare da A a B tramite una linea retta e non ci sono limiti di velocità nè controlli della polizia ma puoi andare incontro ad un sacco di guai se voli all’interno di un area interdetta al traffico aereo o in un ambito aeroportuale non autorizzato. E’ quindi assolutamente vitale sapere sempre dove sei, e dove stai andando.
Il cielo è diviso in ambiti orizzontali e verticali che hanno il compito di separare il traffico leggero da quello pesante sia esso commerciale o…

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Assetti inusuali 2

Bilancinos

[…]
Qual’è quindi la migliore strategia per evitare di trovarsi in assetti indesiderati?
La prima regola è anche la più ovvia: stai sempre alla larga da temporali e condizioni di forte instabilità, mantieniti sempre a debita distanza da un aereo in fase di decollo o di atterraggio (almeno 3 minuti di separazione) così da evitare qualsiasi fenomeno di turbolenza di scia. Evita di volare in condizioni IMC o di scarsa visibilità, se non abilitato, non distrarti e rimani concentrato sulla conduzione dell’aeroplano.
La seconda: sincerati di aver ricevuto un corretto addestramento. Secondo autorevoli fonti l’addestramento dovrebbe comprendere anche il volo acrobatico per apprendere le tecniche di ripresa da assetti inusuali, nessun simulatore riuscirà mai a ricreare quelle sensazioni di disorientamento spaziale come volare a testa all’ingiù.
Indipendentemente dall’aereo con cui solitamente voli un opportuno addestramento ti permetterà di reagire istintivamente a situazioni di stress emotivo e di imparare le giuste tecniche di rimessa da assetti indesiderati così da evitare una reazione “da panico” che potrebbe complicare ulteriormente la situazione.
In volo, spesso, la reazione istintiva è quella sbagliata..

PIC

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flyingflorence

PIC

I passeggeri devono avere piena fiducia nel loro pilota e tu come pilota in comando devi essere in grado di generare in loro questa fiducia. I passeggeri saranno meno ansiosi e si sentiranno più a loro agio se il loro pilota dimostrerà di essere professionale e a suo agio nello svolgimento delle sue mansioni. Non importa chi siano i passeggeri siano essi tuoi parenti o un primo ministro il pilota è il comandante durante il volo e la sua responsabilità di comando inizia ben prima del volo. Sii consapevole di questo e comportati di conseguenza. Un passeggero che è un autorità a terra o una figura dominante dovrà necessariamente affidarsi e riconoscere il pilota ai comandi come l’unica autorità a bordo una volta in volo, e il volo inizia molto prima che le ruote si stacchino da terra. Dovrai essere consapevole di questo ed assumere il ruolo di comando sin…

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IMC involontario 2

IMC 2

[…]

Cavolo! Siamo sotto delle nuvole scurissime, il terreno a meno di 200 piedi ed una visibilità di circa 2 o 3 km che a tratti viene notevolmente ridotta da piccoli scrosci di pioggia. Iniziamo a cercare un campo per atterrare immediatamente, però è difficile smanettare con il Gps, perchè siamo impegnatissimi nella condotta di volo a bassa quota per schivare pali della luce e cercare di capire come evolve la visibilità. Scavalliamo una collinetta che ci fa avvicinare pericolosamente alla base nube, sperando di trovare condizioni migliori, ma anzi, le cose peggiorano. Vediamo che abbiamo un’altra collinetta davanti. Passano prima i nostri amici, e appena si alzano spariscono alla vista come inghiottiti da una nube improvvisamente scesa dall’alto.
Non ci penso due volte: immediato 180 gradi, la mia razionalità si rifiuta di andare dove non vedo i miei compagnie e potrei non vedere neanche il terreno, il rischio collisione è troppo alto. Appena giro però, mi rendo conto che sono in un invaso con il terreno a 200 piedi e le nuvole sopra di me anch’esse a circa 200 piedi o anche meno. Inizio a vedere distintamente le tv accese dentro le case e quindi penso a quanto tempo passerà prima che colpisca qualche ostacolo che non riuscirò a vedere, pertanto decido quasi all’istante che quella situazione è insostenibile e che occorre entrare volontariamente in nube e salire per tornare ad una quota di sicurezza, consapevole che non ho l’orizzonte artificiale, delle conseguenze del disorientamento spaziale e i suoi famosi “178 secondi” (si ritiene sia il tempo medio di vita residua per il pilota che entri in Imc senza strumentazione e senza addestramento – NdR) ma so anche, dalle letture e un po’ di volo simulato in Imc che ho fatto, che se non guardo fuori e mi concentro ad interpretare la lettura incrociata degli strumenti la cosa è fattibile. Avviso il mio compagno di volo, con poche ore all’attivo e che non ha ancora ben percepito il pericolo che abbiamo corso e che stavamo correndo, che saremo saliti in nube e che non avrebbe dovuto distrarmi per qualunque motivo, e di avvisarmi solo quando fossimo usciti dalle nubi. A quel punto, sfruttando i 200 piedi di visibilità che avevo, massima potenza e assetto di salita, perfettamente livellato con pallina al centro. A questo punto mi chino dentro il cockpit poggiando la fronte sul bordo del pannello, concentrandomi su pallina, anemometro, variometro e direzionale, cercando di tenere barra e pedali quanto più fermi possibili. Siamo entrati in nube sapendo che dovevamo salire circa 3000 piedi. Non so quanto tempo sia passato, credo circa 3 minuti, ma a 3000 piedi, come previsto, siamo usciti dalle nubi perfettamente livellati. Ancora tra due strati di nubi ma con il terreno in vista una decina di km più in là.
Con la fronte perlinata
Immediatamente ho contattato l’ATC, comunicandogli che a causa delle condimeteo avverse non potevamo proseguire il volo come da pianificazione. Capendo la difficile situazione, immediata arriva l’offerta di aiuto; decliniamo, perché ora non siamo più in pericolo, ma comunichiamo di non avere più notizie dell’altro aereo. Neanche l’atc lo vedeva con il radar, nè riusciva a contattarlo. Dopo qualche minuto, con grande sollievo, ripristiniamo il contatto: ma purtroppo sta ancora razzolando nella fogna. Comunichiamo la nostra posizione e consigliamo di salire immediatamente (sono due piloti esperti) e portarsi a quota di sicurezza, garantendogli che a 3000 piedi la situazione è decisamente migliore. Dopo qualche minuto ci ricongiungiamo, e grazie al carburante in più, torniamo indietro atterrando a Lavello sotto la pioggia, dopo oltre tre ore di volo.
Siamo ripartiti solo l’indomani dopo una favolosa cena a base di pesce con l’ospitale gestore dell’aviosuperficie. La doverosa autoanalisi fa ricadere la responsabilità di quanto accaduto esclusivamente su di me e sui miei compagni di volo, per gli evidenti errori di pianificazione e valutazione della situazione meteo, sia prima che durante il volo. L’incidente è stato evitato grazie ad una buona dose di fortuna e alle nozioni base su volo in Imc che nel corso degli anni ho appreso dalla lettura dei report degli incidenti e dai successivi approfondimenti su altri testi.
Considerazioni finali: appena posso monterò un orizzonte artificiale, farò addestramento Imc e come sempre cercherò di evitare situazioni meteo marginali, visto che in questo caso l’entrata volontaria in Imc è stata necessaria a seguito di una situazione già molto pericolosa.
Volate e studiate, ma soprattutto volate.”

Tratto da VFR Magazine

Look here!
Flying from Sassuolo (Mo) to Florence LIRQ.
Cpt. Myself flying a Tampico TB9, Cpt. Giacomo safety.
AeC. L. Gori — Firenze.

Acro!

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flyingflorence

Dan

Il CAP-10C è il velivolo più diffuso in Europa occidentale per l’addestramento al volo acrobatico.
Monomotore ad ala bassa di costruzione lignea, con due posti affiancati, è la macchina ideale per l’addestramento basico poichè può effettuare tutte le figure acrobatiche previste dalla scheda addestrativa in piena sicurezza e semplicità di condotta. Il motore Lycoming IO-360 da 180HP ad iniezione gli conferisce prestazioni adeguate senza mettere alle corde anche l’allievo più inesperto, ma in mano a piloti esperti è un temibile avversario in tutte le gare delle categorie promozionali.
Look here!

Cpt. Myself flying a CAP-10 C, F.I. Tomaso on his dutis (Assofly),
Gopro recording.

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Scud Running 2

M.Nerone

[…]
– volare in zone conosciute è naturalmente molto più sicuro, ma attenzione! Le vette collinari nascoste dalle nuvole rendono irriconoscibili anche i paesaggi più familiari.
– volare tra due aeroporti non molto distanti fra loro ridurrà i rischi in caso di deterioramento del tempo, sarà infatti possibile tornare velocemente all’aeroporto di partenza. Una rotta che connette aeroporti fra loro vicini, offrirà l’opportunità di atterrare rapidamente in caso di deterioramento improvviso.
– volare seguendo una strada di grande comunicazione, soprattutto se conosciuta, sarà più facile, basterà semplicemente seguirla!
Ancora una volta, per chiarire, mai trovarsi in condizioni tali da ricorrere a questa pratica, anche se molti piloti riterranno probabilmente meno pericoloso che avventurarsi a volare IFR soprattutto in aree montane. Nel caso in cui, privo di alternative, ti trovi a dover volare scud-running o meglio, se le condizioni meteo, in rapido peggioramento, non ti consentono ulteriori scelte, tieni conto dei seguenti consigli… (segue)

Il Monte Nerone sorvolato durante un volo Firenze – Ancona.

Un carrello non esteso..

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flyingflorence

PiperNavajo

Il pilota del Piper Navajo aveva volato per un totale di dieci giorni nelle ultime undici giornate totalizzando ben 49 ore di volo portando a bordo turisti da Fairbanks a Fort Yukon in Alaska.
Le condizioni meteo erano ottimali, il pilota estese i flaps e ridusse i giri motori per stabilizzare la velocità sui 130 nodi così da estendere il carrello. In quel momento, uno dei passeggeri, commentando il paesaggio, distrasse il pilota durante la checklist list finale. L’avvicinamento prosegui regolarmente fino a che uno stormo di grandi uccelli si alzò in volo in corrispondenza della soglia pista. I volatili non rappresentavano certo un eccezione, ma questa volta due di essi volarono proprio in corrispondenza del punto di mira nello stesso momento della riduzione finale di motore e la check finale. L’apparecchio, era equipaggiato con un avvisatore acustico di carrello retratto, ma questo non poteva essere udito a causa del…

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Photo of the Month

SullaCosta

In volo sulla costa Toscana

Canopy

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flyingflorence

Extra300

Il pilota dell’ Extra 300 in partenza dall’aeroporto di Santa Barbara, California, trascrisse la sua autorizzazione su un pezzo di carta, rendendo così parzialmente illeggibile la sua checklist. Era una calda giornata estiva e il pilota accese il motore e rulló fino ad allinearsi alla pista con il tettuccio aperto chiudendolo solo quando ormai pronto per la corsa di decollo.
Due secondi dopo aver staccato le ruote da terra il tettuccio che non era stato bloccato si aprì improvvisamente, sfilandogli via le cuffie e obbligandolo a riattaccare, resosi conto che la pista in fronte non sarebbe stata sufficiente.
Riuscì cosi ad atterrare senza ulteriori problemi non riuscendo a comunicare con la torre.
Il rapporto scritto dal pilota descrisse questa esperienza come la più classica della catena degli eventi: il tettuccio non bloccato a causa di una inadeguata checklist, l’afa della giornata estiva, la checklist parzialmente coperta dalle note relative…

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